ALESSANDRO VOLTA (1745 -1827) teorie ed esperimenti di un filosofo naturale Ancora diciottenne (1763), dopo aver letto il trattato "dell'elettricismo naturale ed artificiale" di "padre Gianbattista Beaccaria", professore di fisica all'università di Torino, gli scrive una lettera con il seguente contenuto "...cominciai a credere che tanto i moti elettrici, quanto molti altri tra i principali fenomeni dell'elettricità potessero essere ricondotti a una qualche forza attrattiva". 6 anni dopo dà alle stampe un suo trattato dal titolo "De vi attractiva", con il quale si contrappone in modo frontale allo stesso Beccaria, già riconosciuto massima autorità dell'Italia per gli studi sull'elettricità. Dopo questo esordio "irriverente" la passione per lo studio dei fenomeni elettrici lo accompagnerà tutta la vita, coronando la sua fatica con la realizzazione della pila elettrica, avvenuta nel 1800 a Como, dove trova rifugio essendo stato licenziato dall'università di Pavia dagli austriaci che hanno cacciato i francesi (1799). Approfittando del riposo forzato Volta realizza la pila e ne dà comunicazione per lettera al presidente della "Royal Society" di Londra, Sir Joseph Banks. Un anno dopo (settembre 1801), con il ritorno dei francesi, si recherà a Parigi per ringraziare Napoleone, a nome di tutti i docenti, per la riapertura dell'Università di Pavia. In questa occasione gli verrà conferita una "medaglia d'oro e un premio di 6000 franchi equivalente a un anno di stipendio". La monografia ripercorre il corso dell'interpretazione scientifica della materia e delle sue forze partendo dai filosofi greci fino alla scoperta da parte di Newton della gravità, che potè affermarsi solo dopo aver vinto la resistenza al concetto di "azione a distanza". Per l'elettricità, oltre a dover ammettere che due corpi posssono attrarsi anche senza essere a contatto, bisognava anche giusticare il fatto che oltre ad esistere una "seconda forza attrattiva", esisteva anche una "forza repulsiva" che agisce a distanza. E tutto questo senza conoscere la natura intima dell'elettricità, legata all'elettrone, che verrà scoperto solo cento anni dopo (1897) da Thomson al Cavendish Laboratory. Della vita privata di Volta la monografia ricorda solo il matrimonio avvenuto all'età di cinquant'anni, dal quale ebbe tre "amatissimi figli" e che gli diede le maggiori soddisfazioni, al punto da fargli guardare con distacco alle onorificenze accordate, preferendo "la tranquillità e dolcezza della vita domestica alla vita agitata da una vana gloria"
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