ARCHIMEDE (287 -212 a.c.)

alle radici della scienza moderna

Fu ucciso  dopo la conquista di Siracusa, da un soldato romano irritato perchè dopo l'intimazione a seguirlo non era stato prontamente obbedito. Immerso nei suoi calcoli, gli succedeva spesso di essere un po' distratto rispetto a quello che gli stava attorno. Questa volta la distrazione gli fu fatale.

Sulla sua tomba, come aveva chiesto, fu posta una sfera inscritta in un cilindro, e vi fu inciso il rapporto fra questi due solidi.

Archimede rappresenta il culmine della scuola matematica greca, che  prende origine con Ippocrate nel quinto secolo a.c. e si rafforza con la scuola di Alessandria di Egitto, di cui egli stesso faceva parte.

Con la sua morte la matematica subì un declino millenario, superato solo nel medioevo dopo che le sue opere, raccolte a Bisanzio nel IX secolo e conosciute dagli arabi, furono dapprima tradotte (1450) e poi stampate in latino (1544). Da queste opere prese spunto Galileo per i suoi studi di matematica e astronomia, importante punto di partenza della rivoluzione scientifica del '600.